Spedizione Viminale 2023

Tutto ebbe inizio nel lontano 2013, quando in una calda serata estiva, andava in onda sui canali RAI un documentario sul Titanic Italiano: LA MOTONAVE VIMINALE. Valentino Cambareri ci racconta una delle sue avventure.

Spedizione viminale 2023: si parte

Nella subacquea ognuno di noi trova piacere e rifugio in diversi ambiti, c’è chi ama fotografare gli abitanti del mare in acque calde, c’è chi dedica tutta un’intera carriera a trasmettere le proprie conoscenze e abilità diventando un professionista del settore, mentre a me, a dirvi la verità, i relitti mi hanno sempre affascinato, volete per la storia che li caratterizza, volete per il mistero che li avvolge, questi ultimi, insomma, mi hanno suscitato sempre forti emozioni. Ed eccoci qua, dieci anni dopo, a caricare le nostre attrezzature sul furgone, insieme alla mia amata compagna Erika Renda, e al mio grandissimo amico Adriano Ballarin con il quale ho condiviso le mie più grandi avventure subacquee.

Siamo ormai a fine stagione, gli ultimi giorni di Settembre coincidono con la rimozione del gommone dal porto di Palmi da parte del nostro capitano Rocco D’Agostino, il maggior conoscitore delle acque dello Stretto di Messina sponda Calabrese, il quale ci ha offerto la possibilità di poter visitare l’ultima nave di Benito Mussolini. Dopo averci offerto un caloroso benvenuto la mattina del nostro arrivo, Rocco ne ha subito approfittato per fare un briefing super dettagliato del relitto tramite tutta la sua documentazione raccolta in più di due decenni di immersioni su questo sito.

Il viaggio è stato lungo e stancante, quindi abbiamo saggiamente deciso di prenderci un meritato giorno di riposo, in maniera tale da poter recuperare le forze e ubicare tutta la nostra attrezzatura nell’ampio giardino di Villa Paladino, dove il nostro amico Giuseppe, proprietario della struttura, ci ha gentilmente concesso di muoverci in piena autonomia e tranquillità. Mute, scooter Suex, Rebreather, torce e una grande quantità di bombole sub venivano illuminati dalle luci del vialetto, mentre noi cenavamo in terrazzo cercando di fissare gli obiettivi del giorno dopo;
ormai tutto è pronto, le luci si spengono e ognuno di noi dentro di sé è a conoscenza di tutte le fatiche che ha dovuto affrontare per arrivare siano a qui, solamente la notte ci divide dal grande giorno, siamo carichi come non mai.

Il mattino seguente dopo aver fatto colazione, ci presentiamo al porto con 30 minuti di anticipo, dove rimaniamo in attesa del nostro comandante pronto a guidarci in questa nuova impresa. Carichiamo tutto sul gommone e si parte; appena usciamo dalle acque portuali intuiamo che il mare in questa giornata è dalla nostra parte. Arrivati sul punto di immersione, Rocco getta il pedagno in mare, la cima scende dolcemente verso il blu sempre più scuro, e noi con una capriola siamo subito in acqua. Pochi secondi per i controlli pre-immersione in superficie e si parte, scooter puntati verso il basso, dopo tre minuti scarsi di discesa siamo sul relitto Viminale.

È praticamente impossibile spiegare a parole il connubio di emozioni che si prova a vedere questo relitto. Le maniche a vento, il fantastico tagliamare che ha reso celebre questo relitto, le enormi aragoste insidiate ormai da decenni negli anfratti più nascosti del ponte di coperta, i pesci San Pietro che con la loro eleganza più assoluta nonostante il rumore dei nostri scooter si dimostrano davvero socievoli e pronti a farsi fotografare, tutto è semplicemente magnifico. Trascorsi i 35 minuti di fondo pianificati, ritiriamo le nostre luci stroboscopiche fissate sulla cima, e così inizia la nostra lunga risalita, dove ci aspetteranno 5 nodi di corrente a tenerci compagnia, ma il nostro previgente comandante a 21 metri di profondità ci lancia dal gommone una seconda linea di riferimento tramite la quale potremo trascorrere le tappe decompressive piu lunghe lasciandoci trasportare dalla forza del mare.

Potrei rimanere qui a dilungarmi ancora per molto, ma tutto il contesto che abbraccia questa fantastica esperienza ha superato qualsiasi mia aspettativa. In totale abbiamo portato a casa 3 immersioni, ognuna separata da un giorno di riposo, per permettere al nostro fisico di recuperare le molte energie consumate e alla nostra mente di rilassarsi. Abbiamo trascorso poco più di 100 minuti ad ammirare la Regina dello Stretto, ma come ogni avventura che si rispetti, abbiamo preferito lasciarci un varco aperto per poter tornare in questa magnifica località. L’obiettivo del prossimo anno sarà quello di visitare la sala macchine della nave. Già nel viaggio di ritorno abbiamo iniziato a tirare giù un programma di allenamento che ci consentirà di visitare questo posto angusto con la giusta preparazione, visto il livello di difficoltà molto alto con il quale andremo a confrontarci.

Io ringrazio tutti per il tempo che avete dedicato a questa lettura, e mi auguro di essere stato in grado almeno in piccola parte di trasmettervi delle emozioni.

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