Scienza e curiosità del Lago di Garda #3

Scienza e curiosità del Lago di Garda #3 di Claire Beaux

Ulivi, bougainville, limoni. Primavere miti, estati non troppo calde (va beh ultimamente un po’ calde e afose lo sono state), inverni non rigidi. Chi abita sul Lago sa che il clima è alquanto invidiabile rispetto alla vicina pianura e la bellezza naturalistica non ha pari. D’altronde le numerose ville, che si incontrano lungo le sue sponde, sono testimonianza che già nel passato il Lago di Garda era meta ambita e lo è a tutt’oggi viste le presenze turistiche. Ma a cosa si deve il dolce clima lacustre? È tutta una questione di… fisica o meglio di termologia.

Foto Matteo De Lorenzi

Ognuno di noi ha ben chiaro cosa siano il caldo e il freddo. Anche il calore, ossia energia termica per dirla in “fisichese”, è un concetto familiare, così come le modalità con cui esso si trasmette da un oggetto a un altro. Può farlo per:

  • conduzione: l’energia si propaga all’interno di un corpo o tra due corpi, è il caso del mestolo di metallo per girare i cibi in cottura che dobbiamo prendere con un guanto per non scottarci; è tipica dei corpi solidi
  • convezione: il calore si trasferisce tra i corpi e porta con sé della materia, è il caso dell’acqua per fare gli spaghetti. Gli strati di acqua sul fondo della pentola si scaldano per conduzione, a causa del calore che assorbono diventano più leggeri e salgono lasciando il posto a quelli freddi che cadono dando origine a un movimento circolare, detto moto convettivo; è tipica dei fluidi
  • irraggiamento: è il calore che arriva dal Sole e si chiama anche radiazione termica

La temperatura delle acque del lago dipende dal bilancio energetico, ossia dalla differenza tra quanto calore riceve e quanto ne rilascia. Queste quantità di energia contribuiscono sia da “fuori” dall’acqua come la radiazione solare, le piogge, l’evaporazione, sia da “sotto” la superficie, quali gli immissari, le sorgenti termali, emissari… L’irraggiamento solare la fa da padrone, ma ricordiamo che, anche se in piccolissima parte, ci sono altri fattori come i movimenti degli organismi che abitano il lago o il calore che si libera nelle soluzioni chimiche. Quindi non ci sono sbalzi bruschi durante il giorno o all’alternarsi delle stagioni. Ecco perché viviamo confortevolmente sulle rive del nostro Lago.

Ma a noi subacquei che non restiamo in superficie, interessa sapere delle temperature nelle profondità: se il Sole coinvolge gli strati superficiale, sono l’azione del vento e la convezione che regolano il resto.

A seconda della stagione, inoltre, i valori della temperatura dell’acqua dei vari strati possono essere molto diversi: in certi periodi possono essere gli stessi lungo tutta una colonna d’acqua, altre volte variare di molto (si parla allora di gradiente termico).

Il Lago di Garda è di tipo sub-tropicale ed è definito oligomittico, ossia la temperatura dell’acqua di fondo è sempre maggiore di 4 °C, c’è una stratificazione termica evidente e il ricircolo delle sue acque in tutta la sua profondità avviene solo in alcuni anni (ricordiamo che ci vogliono circa 26,8 anni).

Quanti di noi, appena riemersi si sono sentiti chiedere: “A che profondità è il termoclino?”. Il termoclino è, per definizione, la profondità alla quale si ha una differenza di temperatura maggiore di 1 °C per metro. Praticamente la profondità alla quale noi percepiamo un netto calo (se stiamo scendendo) o un netto aumento (se stiamo risalendo) della temperatura dell’acqua. Il termoclino si trova in corrispondenza dello strato detto metalimnio, ovvero lo strato di passaggio dall’ipolimnio, dove le acque sono più fredde, all’epilimnio, lo strato più superficiale e caldo.

Monitorare la temperatura delle acque lacustri è molto importante per capire il livello di stratificazione (quindi il lago in questione avrà una colonna d’acqua con temperatura differenti) o di omeotermia (le temperature della colonna sono uniformi).

Vi siete mai accorti che i termoclini più evidenti li sentite in tarda estate e inizio autunno? Vi siete mai chiesti perché? Bravi, la fisica ce lo spiega. Durante le notti estive il Lago perde calore più di quanto ne assorbe di giorno. Lo strato più superficiale “rinfrescato” (epilimnio) si allunga in profondità per convezione (ricordate gli strati freddi dell’acqua della pasta?) e la temperatura di superficie si avvicina a quella degli strati profondi. Il rimescolamento si ha anche tra l’autunno e l’inverno con un picco di intensità a marzo. Non sempre sono raggiunte le acque più profonde, ma questo ciclo di acque è molto importante per l’ecosistema lago perché strettamente connesso alla loro ossigenazione, parametro fondamentale per lo sviluppo della vita. Ma della biologia lacustre avremo tempo di approfondire più avanti. Nella prossima puntata vi racconterò dei moti ondosi delle acque e avremo un ospite speciale.

Fonti

Per conoscere le temperature medie del Lago di Garda potete consultare la pagina della Comunità del Garda https://www.comunitadelgarda.it/geomorfologia-lago-di-garda/27.html

V. Tonolli Introduzione allo studio della limnologia (1964)

R. Bertoni Laghi e scienza (2018)

Il “lungo respiro” del Lago di Garda

Lascia un commento

Carrello
Torna in alto