Scienza e curiosità del Lago di Garda #1

Scienza e curiosità del Lago di Garda #1 di Claire Beaux

Percorriamo le sue strade costiere, che siano la gardesana occidentale o quella orientale, restando affascinati dalle ripide scogliere e scoscese montagne. Ne visitiamo le bellezze artistiche, ne gustiamo i sapori e ci immergiamo nelle sue acque, a noi sub lacustri (e non solo spero!) tanto care. Ma quanto ne sappiamo del nostro Lago? Da oggi, qui sul blog di Tek Evolution, parte una serie di articoli a “puntate” sul Lago di Garda: la storia del suo nome, la sua origine, le sue caratteristiche fisiche, chimiche, i suoi abitanti e le leggende che lo vedono protagonista.

Benàco, Bènaco o Garda?

Benaco ha origine dal celtico bennacus, ossia “cornuto”, dovuto alla forma allungata del lago o per i promontori che lo circondano e lambiscono le sue rive, che successivamente si è trasformato nel latino benacus. Ma l’accento dove va? Ci viene in aiuto l’Accademia della Crusca spiegandoci che la pronuncia corretta è Benàco, nonostante quella più ricorrente sia Bènaco dovuta all’influenza del tedesco moderno.

Garda, invece, ha origini longobarde, viene da warda “posto di guardia, punto di osservazione” che si riferisce alla cittadina di Garda. Le due forme di toponimia non riguardano solo il nostro bacino: basti pensare al lago Maggiore, detto anche Verbano, quello di Como chiamato Lario o il più prossimo a noi, il lago di Iseo noto come Sebino.

Busto di Catullo presso la Protomoteca della Biblioteca civica di Verona

Tante sono le tracce nella letteratura antica: da Polibio a Virgilio e Catullo, senza dimenticare Dante che nel canto XX dell’Inferno lo cita ben due volte: Suso in Italia bella giace un laco a piè e l’Alpe che serra Lamagna sopra Tiralli, ch’a nome Benaco. (vv. 61-63)

Ivi convien che tutto quanto caschi ciò che ’n grembo a Benaco star non può e fassi fiume giù per verdi paschi. (vv. 73-75)

I poeti del ‘500 Pietro Bembo e Giorgio Jodoco Bergano gli dedicano alcuni poemetti, così come lo troviamo in un’ode di Carducci e nel componimento di D’Annunzio, Per la coppia del Benaco. Agli aviatori navali, che del Garda fece la sua ultima residenza. Oggi tutte e tre le denominazioni sono ben accette: se usate la meno frequente Benàco potete sempre dire a chi vi corregge: “Uso la versione parossìtona (con l’accento sull’ultima sillaba) come Catullo.”.

Limnologia del Lago di Garda

La limnologia è la scienza che studia le acque continentali o interne in tutti i loro aspetti scientifici, quindi è la scienza che studia anche i laghi.

Il lago è un sistema ecologico e biologico molto complesso: ha confini ben definiti, è influenzato dal territorio circostante in termini di componenti chimici, clima, caratteristiche fisiche e organismi che lo popolano. La limnologia, e quindi nello specifico il limnologo, si avvalgono di tanti altri specialisti quali geologi, chimici, fisici, biologi, zoologi, etologi. Nello studio di un lago o di un suo particolare aspetto è fondamentale quindi la cooperazione e l’interdisciplinarietà.

Il termine limnologia deriva dal greco limno “acqua stagnante o dolce” e logos “studio”. È una scienza relativamente giovane, che vede come suo “fondatore” lo svizzero François Alphonse Forel (1841-1912) e come scrive Roberto Bertoni in Laghi e scienza: introduzione alla limnologia (2018) “ha contribuito allo sviluppo dell’ecologia dal punto di vista teoretico e ha anche fornito elementi importanti per la gestione degli ecositemi acquatici.”

Fra le tappe della storia della limnologia ricordiamo: il 1938, anno della nascita dell’Istituto Italiano di Idrobiologia voluto da Rosa Curione, consorte del limnologo Marco De Marchi e il 1972 in cui venne fondata l’Associazione Italiana di Oceanografia e Limnologia.

Tra i protagonisti, numerosi all’estero e anche in Italia, degno di nota è Vittorio Tonolli (1913-1967) studioso di laghi alpini e autore di uno dei manuali fondamentali di limnologia. Altri nomi notevoli sono riportati nella linea del tempo, tra cui ahimè solo una donna. Un lago è una cavità del suolo, che si riempie di acqua grazie alle piogge o ad affluenti.

La sua origine può essere dovuta a eventi catastrofici sia avvenuti ere geologiche passate (laghi tettonici e vulcanici) o più recenti (laghi di frana) oppure alle modifiche della crosta terrestre (glaciali, di pianura, costieri, carsici). In genere è molto difficile fare una classificazione dei laghi sia perché differenti sono i fattori intervenuti nella loro genesi sia perché potrebbero aver contribuito più fenomeni nella formazione.

Del lago di Garda possiamo dire che è un lago regionale, ossia la sua cavità, o conca, dipende da cause generali che hanno modellato la regione in cui si trova, ed è glaciale. Sono diversi i modi in cui un ghiacciaio forma un lago: nel bacino del Mediterraneo si pensa che i laghi siano il risultato di un rimodellamento, per opera dei ghiacciai, delle valli fluviali. Il Garda viene anche classificato come terminale o marginale. La sua profondità (345 m) è dovuta allo scavo profondo dei ghiacciai, la forma è allungata, il fondo piano e pareti molto ripide. È abbastanza giovane in termini di tempi geologici, formandosi circa 15 000 anni fa e presenta una o più cerchie moreniche che lo cingono a valle.

La morfologia del lago, ossia la sua forma, e la morfometria, ovvero le sue dimensioni, sono aspetti molto importanti per capire la sua genesi e la sua evoluzione. Si parla dunque di planimetria quando si raccolgono tutte le misure relative al suo perimetro, alla larghezza, alla lunghezza, sinuosità della costa; si entra nell’ambito della batimetria (dal greco batos “profondo”e metros “misura”) per capire la forma della parte sommersa. Un dato molto interessante, ma forse poco noto è il tempo (teorico) di rinnovo delle acque di un lago, che si ottiene confrontando i dati relativi alle precipitazioni medie con il volume del lago.

Il lago di Garda ha un tempo di rinnovo di circa 26,8 anni, il lago Maggiore di 4 anni. Il motivo di questa notevole differenza sta nella superficie minore del bacino imbrifero, ossia il territorio che convoglia le acque meteoriche (le piogge) attraverso torrenti e fiumi al lago. Il bacino imbrifero del lago Maggiore è di 6 000 km2, mentre quello benacense di 2 260 km2. La limnologia del lago non finisce certo qui!!

Restate sintonizzati per leggere la prossima puntata, parleremo delle proprietà fisiche del lago.

Fonti

V. Tonolli Introduzione allo studio della limnologia (1964) R. Bertoni Laghi e scienza (2018)

Comunità del Garda https://www.comunitadelgarda.it

Lascia un commento

Carrello
Torna in alto